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Proposte artistiche
VIAGGIO TRA LE ZAMPOGNE ITALIANE
Concerto a cura di Nicola Scaldaferri
con Francesca Esposito, Alberico Larato, Alessandro Mazziotti, Quirino Valvano.
Proposto per la prima volta all' Aula Absidale di S. Lucia dell'Università di Bologna nel maggio 2003 nell'ambito del Premio DAMS, e a Matera per le celebrazioni del decennale dell'ingresso della città dei Sassi nel patrimonio mondiale UNESCO promosse dal Comune di Matera, l'Università degli Studi - Dipartimento di Scienze Storiche Linguistiche e Antropologiche, la Soprintendenza al Patrimonio Storico, Artistico e Demoetnoantropologico e il Conservatorio di Musica "E.R.Duni".
Presenti in una grande varietà di forme in tutta Italia con la sola eccezione della Sardegna, le zampogne in passato sono state a lungo tra gli strumenti popolari più diffusi e importanti della penisola. Nell'Italia del nord tali strumenti erano in uso fino ai primi decenni del '900, scomparendo poi del tutto e venendo in alcuni casi ripresi di recente con operazioni che hanno costituito talvolta una vera reinvenzione della tradizione. Nel centro-sud invece, pur attraversando fasi di crisi, l'uso e la costruzione di questi strumenti non ha conosciuto interruzioni; negli ultimi tempi si sta anzi verificando un sensibile incremento della loro presenza grazie a varie iniziative di promozione e soprattutto grazie ai numerosi giovani che hanno ripreso a suonarle; al recupero delle zampogne tradizionali si sta inoltre affiancando la sperimentazione di strumenti modificati al fine di ampliarne le possibilità musicali.
L'intensa attività di ricerca e di valorizzazione realizzata negli anni scorsi su impulso di Roberto Leydi e Febo Guizzi ha portato all'individuazione e alla classificazione delle zampogne italiane, assai varie per morfologia a seconda delle aree geografiche, nonché delle modalità di utilizzo e delle caratteristiche musicali dei repertori.
La parte più appariscente della zampogna è indubbiamente l'otre, ottenuto solitamente da una pelle di capra, che serve da riserva d'aria. Il corpo dello strumento, in legno, è costituito da canne melodiche provviste di fori digitali e canne che eseguono suoni fissi (bordoni). L'anima dello strumento è costituita dalle ance in canna (una per ogni canna melodica e bordone) che possono essere, a seconda dei tipi di zampogna, semplici come quelle dei clarinetti o doppie come quelle degli oboi.
Le zampogne tradizionali sono strumenti assai difficili da accordare; questo sia per la presenza delle ance di canna - che possono mutare con la minima alterazione delle condizioni climatiche - che per i fori digitali le cui dimensioni vengono in fase di accordatura alterate mediante l'applicazione di cera. La difficoltà di mantenere l'accordatura a lungo è stata la causa principale della crisi di questi strumenti e della loro sostituzione di volta in volta con altri sempre pronti all'uso quali organetti e fisarmoniche, mentre una delle ragioni alla base dell'attuale momento di revival è la sostituzione della canna con la plastica per la costruzione delle ance che diventano così assai più stabili nel tempo.
Se l'immaginario comune le collega quasi esclusivamente al Natale, le zampogne, oltre ad eseguire le novene, servivano (e servono) ad accompagnare canti, processioni, eventi civili e religiosi e soprattutto ad eseguire la musica da danza per svariate occasioni, spesso in coppia con il tamburello, la ciaramella (l'oboe popolare), il fischietto. I repertori musicali della zampogna sono di tradizione orale, anche se non è mancato nel tempo l'impiego di alcuni di questi strumenti in contesti di tipo colto (come all'interno di partiture operistiche settecentesche).
Il concerto si propone di offrire uno scorcio non esaustivo ma sufficientemente rappresentativo del quadro delle zampogne italiane. E' stata fatta la scelta di presentare solo strumenti tradizionali con ance di canna e otri in pelle, di cui non si è mai interrotta la tradizione, dunque zampogne provenienti dall'area centro-meridionale; queste zampogne, pur nella grande varietà di forme e dimensioni, hanno una particolare struttura morfologica che le rende omogenee differenziandole nel contempo dalle altre zampogne dell'area europea e mediterranea: presentano infatti due canne melodiche (una per ciascuna mano) impiantate assieme ai bordoni in un blocco frontale, laddove altre zampogne europee - ma anche le vecchie zampogne del nord Italia - presentano una sola canna melodica.
Gli strumenti utilizzati nel concerto sono i seguenti: varie tipologie di zampogne zoppe presenti sull'Appennino centrale; le zampogne a chiave diffuse dal Molise alla Sicilia (quelle utilizzate sono di provenienza campana e lucana); la surdulina degli arbëresh di Calabria e Basilicata (si tratta della più piccola tra le zampogne italiane); la zampogna a paro siciliana. Alle zampogne si affiancheranno voci maschili e femminili, il tamburello, la ciaramella, la ciaramella bassa detta "contravvoce" e la coppia di ciaramelle; di quest'ultime, utilizzate oggi quasi esclusivamente nel Vallo di Diano in Campania, le fonti iconografiche ne attestano la presenza fin da epoche remote e sembrerebbero farle risalire alle tibiae latinae.
Per le esecuzioni sono stati coinvolti alcuni giovani suonatori e cantori assai versatili, in grado di padroneggiare diversi strumenti e stili esecutivi appresi direttamente dai più importanti suonatori anziani di varie parti d'Italia.
I brani musicali eseguiti, tutti tradizionali, venivano e vengono tutt'ora impiegati nel corso di processioni, novene, serenate e feste di ballo.
Il gruppo si è esibito il 28 agosto 2010 al Teatro Russolo di Portogruaro presentando lo spettacolo "Ance Doppie, fra tradizione colta e popolare" insieme a musicisti di fama internazionale quali:
Programma
La surdulina - brani strumentali e canto
La zampogna zoppa - brani strumentali e canto
La zampogna a paro - brani strumentali
Le zampogne a chiave -brani strumentali e canti
La ciaramella e la coppia di ciaramelle - brani strumentali e canti
I complessi di zampogne e ciaramelle -brani strumentali
Francesca Esposito: voce
Alberico Larato: zampogna a paro, zampogna a chiave
Alessandro Mazziotti: zampogne zoppe, zampogna a chiave, contravvoce
Nicola Scaldaferri: surdulina, ciaramella, zampogna a chiave
Quirino Valvano: voce, tamburello, coppia di ciaramella
Francesca Esposito
Nata a Taranto, inizia giovanissima a cantare blues e rock interessandosi poi delle musiche tradizionali dei suoi luoghi d'origine. Nel 1993 comincia la sua collaborazione con il chitarrista e mandolinista Alessandro Sorrentino col quale fonderà nel 1995 il gruppo Gràttula Beddàttula; è inoltre cantante del gruppo Bologna Klezmer Kapelie.
Fondamentalmente autodidatta, approfondisce le tecniche vocali direttamente sul campo nel contato con i cantori. Si specializza soprattutto sull'area lucana e sulle tecniche di canto a zampogna, pur non rinunciando a frequenti incursioni in altri generi. Contemporaneamente, segue seminari di approfondimento con Giovanna Marini, Antonella Talamonti, Miriam Palma, Germana Giannini.
Parallelamente a quella di musicista, svolge attività di formatrice sui temi dell'intercultura. E' docente presso la Scuola popolare di musica Ivan Illich di Bologna dove tiene laboratori musicali con bambini e ragazzi in varie scuole della provincia bolognese; è stata tra i conduttori di un laboratorio quadriennale di integrazione e socializzazione attraverso la musica all'interno del carcere minorile di Bologna.
Alberico Larato
Nato a Matera, ha compiuto gli studi di ragioneria e quelli musicali, diplomandosi in chitarra presso il Conservatorio della sua città nel 2000. Sta seguendo il Corso di perfezionamento in musica liturgica promosso dalla CEI a Frascati. Si occupa da anni, sia come ricercatore che come esecutore, di strumenti tradizionali italiani, in particolare di zampogne, che è invitato regolarmente a suonare presso le più importanti manifestazioni nazionali e internazionali, a cominciare dal Festival Internazionale della Zampogna di Scapoli. Ha partecipato inoltre a importanti performance teatrali sia in Italia che all'estero.
Collabora regolarmente con le iniziative di etnomusicologia dell'Università
della Basilicata e ha preso parte alla ricerca promossa dall'Ateneo lucano a
Stigliano nell'agosto 2002 in occasione del cinquantesimo anniversario della spedizione in Lucania di Carpitella e De Martino.
Dal 2001 ha dato vita a Matera, grazie al sostegno del Prestito d'onore, alla libreria musicale La Camera della Musica.
Alessandro Mazziotti
Nato a Roma, musicista polistrumentista e ricercatore, ha studiato flauto traverso e flauto dolce presso i conservatori dell'Aquila e di Roma. Come autodidatta si è dedicato allo studio e al restauro di strumenti antichi (quali flauti rinascimentali e barocchi, olifanti, cennamelle, bombarde) e popolari (quali flauti in corteccia, zampogne, ciaramelle, chitarre battenti, tamburi a cornice).
Tiene corsi di zampogna a chiave, zampogna zoppa e ciaramella presso la Scuola di Musica del Circolo Gianni Bosio di Roma; collabora con vari gruppi di musica popolare e musica antica (quali Neapolis Ensemble, Pentamerone, Suoni della Terra, Ypsos, Saltatio Latinae). Nel campo della ricerca e della valorizzazione degli strumenti popolari e antichi, collabora con numerose istituzioni, tra le quali il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali di Roma, il Museo delle arti e tradizioni popolari di Roma, la Rete del Folklore del Lazio, la Discoteca di Stato, l'Archivio F. Coggiola di Roma, gli Archivi di Etnomusicologia dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, il Centro di Promozione Culturale del Cilento e Vallo di Diano, Archivio Aurunco.
Autore di numerose pubblicazioni (libri, Cd, Dvd) svolge intensa attività concertistica, di divulgazione, suonando regolarmente per programmi radiofonici e televisivi.
Nicola Scaldaferri
Nato a S. Costantino Albanese (PZ), è ricercatore presso l'università di Milano e insegna Etnomusicologia presso le università di Milano e della Basilicata. Si è diplomato in composizione presso il conservatorio di Parma; ha conseguito la laurea e il dottorato in Musicologia presso l'università di Bologna; ha studiato, tra l'altro, a Parigi e Darmstadt ed è stato Visiting Fellow della Harvard University. Come studioso si occupa prevalentemente di musica elettronica, di musica tradizionale del sud Italia e dell'area balcanica, temi sui quali ha pubblicato volumi, saggi e materiali discografici che gli hanno valso significativi riconoscimenti (tra i quali il Premio Internazionale Latina di Studi Musicali e il Premio Etnia Arbereshe). Coltiva la passione per le zampogne (iniziate a suonare all'età di nove anni sotto la guida del virtuoso Pasquale Ciancia) che suona regolarmente nelle feste tradizionali della sua regione d'origine così come nelle più prestigiose sedi internazionali (dalla UCLA alla Fondazione Cini alla Fondation Royaumont). Nel 1994 ha ricevuto il Premio Zampogna d'Oro durante la Rassegna internazionale degli strumenti popolari di Erice.
Quirino Valvano
Nato a S. Costantino Albanese (Potenza), ha compiuto studi tecnici hai quali ha affiancato un'intesa attività di musicista autodidatta. Alla sua attività principale di guida ufficiale del Parco Nazionale del Pollino, alterna quella di costruttore di strumenti musicali tradizionali dell'Italia meridionale (surduline, ciaramelle, zampogne a chiave, tamburelli, chitarre) e di cultore del canto tradizionale arberesh, di cui è uno dei massimi esperti.
Collabora con le iniziative di etnomusicologia dell'Università della Basilicata e ha preso parte alla ricerca promossa a Stigliano nell'agosto 2002 in occasione del cinquantesimo anniversario della spedizione in Lucania di Carpitella e De Martino.
Collabora regolarmente con vari gruppi musicali (tra i quali Hobo e Totarella); ha collaborato con Nicola Scaldaferri per varie iniziative centrate sul canto arberesh, esibendosi in importanti manifestazioni quali la Biennale dei Giovani Artisti del Mediterraneo tenutasi a Roma nel 1999.
Foto di Lorenzo Ferrarini
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