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Proposte artistiche
Suoni della Terra
un progetto musicale
di Alessandro Mazziotti
L'intensa attività di ricerca svolta negli anni '70 da Ettore De Carolis, Graziella Di Prospero e Giorgio Pedrazzi ha portato all'individuazione, alla classificazione e studio di molti canti tradizionali del Lazio e soprattutto ha portato alla luce il mondo fino ad allora sconosciuto delle varie tipologie di zampogne del Lazio, assai varie per morfologia nonché delle modalità di utilizzo, delle caratteristiche musicali e dei repertori. Su questo iniziale lavoro si è basato Alessandro Mazziotti, continuando la ricerca durante la quale è stato possibile raccogliere una enorme quantità di informazioni, di registrazioni e dati organologici attraverso i quali è stato possibile ricostruire e restaurare dei vecchi strumenti tradizionali arrivati fino noi e censire approfonditamente i vari tipi di zampogna utilizzati nelle varie aree della regione.
La zampogna è un aerofono a riserva d'aria e fa parte della categoria degli strumenti ad ancia incapsulata, la sua particolarità consiste nell'emettere un suono continuo, grazie alla riserva d'aria contenuta in un otre di pelle di capra o di pecora intera.
Tale sacca, a tenuta ermetica, è gonfiata dal suonatore attraverso una canna di legno detta insufflatore ed è munita di una valvola di non ritorno, che fa sì che l'aria sia convogliata dalla pressione del braccio che comprime il sacco, nelle canne dello strumento.
In Italia sono presenti 27 tipi di aerofoni a sacco, 3 ad una sola canna modulabile (cornamusa) e 24 a due canne modulabili (zampogna) di cui 9 tutt'ora presenti nel Lazio.
Le zampogne tradizionali sono strumenti assai difficili da accordare; questo sia per la presenza delle ance di canna - che possono mutare con la minima alterazione delle condizioni climatiche - che per i fori digitali le cui dimensioni vengono in fase di accordatura alterate mediante l'applicazione di cera. La difficoltà di mantenere l'accordatura a lungo è stata la causa principale della crisi di questi strumenti e della loro sostituzione in alcune zone con altri strumenti sempre pronti all'uso quali organetti e fisarmoniche.
L'immaginario collettivo collega le zampogne quasi esclusivamente al Natale, mentre questi strumenti oltre ad eseguire le novene, servono ad accompagnare canti, processioni, eventi civili e religiosi e soprattutto ad eseguire la musica da danza per svariate occasioni, spesso in coppia con il tamburello o con la ciaramella.
La zampogna, può essere considerata un organo portativo a tutti gli effetti ed è usata anche per accompagnare la danza.
Pur essendo stato declassato e classificato come un rudimentale strumento di facile approccio, perché suonato da umili pastori, alcuni repertori tradizionali sono molto complicati da eseguire e questo anche per le caratteristiche strutturali dello strumento.
In Italia la zampogna non gode della meritata attenzione da parte degli Enti locali, Istituzionali e dei Conservatori musicali, a differenza di quanto avviene per altri paesi, quali ad esempio Scozia o Galizia, dove le cornamuse vengono valorizzate, divulgate ed insegnate al pari degli altri strumenti nelle Scuole e negli Istituti musicali Statali.
In ambito costruttivo, per quanto riguarda i vari tipi di zampogne, non esiste una standardizzazione dei modelli e delle misure ma ogni costruttore si affida all'arte tramandata oralmente arricchendola di volta in volta con le sue esperienze personali. I mezzi utilizzati per la costruzione delle zampogne in passato erano molto rudimentali, infatti fino a qualche anno fa, vi erano dei costruttori che utilizzavano ancora torni a pedale, ferri infuocati per la foratura e scaglie di vetro per la levigatura.
Una sintesi dei risultati della ricerca è contenuta nel documentario in Dvd "L'abbraccio di Zefiro. La Zampogna nel Lazio" a cura di Alessandro Mazziotti.
Il gruppo musicale Suoni della Terra cerca di far conoscere e valorizzare il repertorio vocale e la tradizione "zampognara" del Lazio, riproponendo in forma di concerto repertori musicali tradizionali di Roma e della campagna romana, della Valle dell'Aniene, dei Monti Lucretili, dell'Alta Sabina, della Ciociaria e del Lazio Meridionale, utilizzando strumenti originali ritrovati durante il lavoro di ricerca e ricostruzioni di antichi strumenti gelosamente custoditi da famiglie di suonatori.
Lo spettacolo "Radici, Voci e Suoni della terra" propone repertori vocali e strumentali della tradizione orale del Lazio legati ai cicli rituali dell'anno agricolo.
I brani verranno presentati seguendo le occasioni, le feste e rituali dell'intero ciclo dell'anno con particolare riferimento al rinnovamento della primavera, la transumanza dei greggi, il Maggio e alla Settimana Santa, la mietitura, l'aratura, il Natale ecc..
Allo stesso modo viene presentato il variegato corpus degli "stornelli" tradizionali legati alla pastorizia, alla mietitura e quelli dedicati ai momenti di svago, attraverso i differenti modi espressivi tradizionali (all'appennese, alla viola, alla bovara, alla cavallara ecc.). Una ricca panoramica tra le molte forme di canto alla stesa, alla buttera e alla zampogna, danze strumentali come saltarelli, tarantelle, ballarelle registrate e raccolte nel Lazio tra il 1970 e il 2010 da Ettore De Carolis, Graziella Di Prospero, Giorgio Pedrazzi e Alessandro Mazziotti.
Le particolari prassi esecutive vocali e strumentali tradizionali evidenzieranno le infinite sfumature della voce e le ricchissime tecniche esecutive oltre che le particolarissime timbriche di arcaici strumenti.
Un viaggio sonoro attraverso strumenti come flauti armonici pastorali, ciaramelle, zampogne zoppe, chitarre, mandolini, colascioni, tamburi a cornice, flauti di corno e di osso.
Alcuni strumenti musicali usati per lo spettacolo, sono stati costruiti da Alessandro Mazziotti, Marco Tomassi, e da anziani costruttori che usano tuttora antiche tecniche costruttive tradizionali come ad esempio il tornio a pedale.
"Una vera tradizione non è testimonianza di un passato remoto; è una forza viva che anima e alimenta il presente"
(Igor Stravinskij)
Il Gruppo:
Direzione e coordinamento: Alessandro Mazziotti
Per informazioni e contatti :
Alessandro Mazziotti
E_mail : alessandro.mazziotti@gmail.com
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